Senza bisogno di tante presentazioni la quarta fatica degli Oceano, formazione deathcore di Chicago attiva ormai dal 2006, consiste in un bel concentrato di brutalità, ma oggettivamente sono presenti differenze rilevanti dal predecessore "Incisions"?
"Ascendants" sarebbe potuto essere il disco della loro definitiva maturazione dopo 3 album "incompleti" e non proprio eccellenti. Al contrario, ci viene proposto il solito deathcore coi suoi tipici cliche, nonostante persista nei 5 ragazzacci una forte volontà di distinguersi dall'enorme massa di band banali. E' innegabile la qualità delle tracce (il riffing e il comparto ritmico, a proposito, sono molto migliorati, sia per effetto di una registrazione molto curata, sia per la creatività che questa volta non è mancata) anche se resta ben lontano dall'essere il loro capolavoro e un capolavoro in generale, a meno che questo sia il massimo che riescono a tirar fuori dal cilindro.
Un "pregio" è la durata non eccessiva del disco, dato che 40 minuti sarebbero stati insostenibili, complici pure le vocals di Adam Warren che non mutano quasi mai e, a lungo andare, tendono a infastidire il fruitore del disco.
L'ascolto è caldamente consigliato solo a chi campa del genere, ma di sicuro un passo in avanti rispetto al precedente "Incisions"
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"Ascendants" sarebbe potuto essere il disco della loro definitiva maturazione dopo 3 album "incompleti" e non proprio eccellenti. Al contrario, ci viene proposto il solito deathcore coi suoi tipici cliche, nonostante persista nei 5 ragazzacci una forte volontà di distinguersi dall'enorme massa di band banali. E' innegabile la qualità delle tracce (il riffing e il comparto ritmico, a proposito, sono molto migliorati, sia per effetto di una registrazione molto curata, sia per la creatività che questa volta non è mancata) anche se resta ben lontano dall'essere il loro capolavoro e un capolavoro in generale, a meno che questo sia il massimo che riescono a tirar fuori dal cilindro.
Un "pregio" è la durata non eccessiva del disco, dato che 40 minuti sarebbero stati insostenibili, complici pure le vocals di Adam Warren che non mutano quasi mai e, a lungo andare, tendono a infastidire il fruitore del disco.
L'ascolto è caldamente consigliato solo a chi campa del genere, ma di sicuro un passo in avanti rispetto al precedente "Incisions"
Voto: 6/10
Autore: Filippo
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