mercoledì 4 dicembre 2019

Perchè ROB ZOMBIE è un genio nel mondo del metal?

Sappiate che in realtà questo articolo vuole essere un semplice flusso di coscienza in cui vi esporrò le varie motivazioni per cui reputo Rob Zombie uno dei più grandi interpreti del MONDO metal a livello globale. Quindi senza tanti indugi iniziamo questo piccolo viaggio nella mente di uno degli artisti che più stimo.

Fin da subito con la sua band chiamata, in modo molto fantasioso, White Zombie ci ha portato in un mondo psichedelico composto anche da riff imbottiti di groove prendendo pure a piene mani dalla musica industriale che si stava diffondendo lentamente anche nel metal in quegli anni. La parte però fondamentale della band precedente di Rob risiede sicuramente nella particolarità dei testi, che sembrano essere deliri di un uomo sotto effetto di chissà quale sostanza psicotropa. Testi deliranti e molto espliciti che si accoppiano perfettamente con le strumentali a tratte psichedeliche e imbottite di campionamenti, cosa che il cantante si porterà a presso per tutta la sua carriera come ormai sappiamo tutti. Insomma diventa facile capire quanto Rob già qui si stia ispirando alla sacra trinità del rockettaro:"Sesso, Droga e Rock 'n Roll", una ricetta molto semplice per arrivare al successo (se fatta nel momento giusto come il cantante preso in esame ci ha potuto dimostrare).

Rob Zombie nella copertina del suo primo disco solista, in questo frangente
lo si può vedere ritratto con un problema di congiuntivite. 
Chiusa la "parentesi" White Zombie il frontman decide di portare avanti la barca da solo creando il suo progetto solista esordendo con uno scoppiettante album intitolato "Hellbilly Deluxe" che si pone l'obiettivo di accompagnarci a braccetto nel mondo malato che da lì in poi Rob Zombie è riuscito a creare. L'album è una sintesi perfetta di quella che è tutta la vita artistica del cantante, proponendo in primis un comparto musicale curatissimo capace di diventare immortale  con canzoni fantastiche del calibro di "Dragula", "Living Dead Girl" e "Superbeast". Secondariamente viene proposto un comparto visivo composto di video e performance dal vivo semplicemente unici, con un immaginario incredibile che richiama film horror di tempi ormai andati andando a richiamare anche la sua futura carriera da regista.

Insomma non siamo sicuramente davanti a uno dei progetti più incredibili della storia musicalmente parlando, anzi lungi da me dire ciò, però è altrettanto innegabile la capacità di Rob Zombie di interpretare un genere che ha fatto suo diventando riconoscibile alla prima nota, al primo frame di video, al primo accenno di performance dal vivo. In modo, a mio avviso unico, si è dimostrato capace di diventare un'icona del metal (più negli USA che qua purtroppo per noi) destinata a rimanere scolpita nella fantastica storia della musica, facendo conciliare come pochi altri gruppi nella storia gli elementi per creare il prodotto perfetto

sabato 30 novembre 2019

Il monolitico self-titled degli "Shadow of The Colossus"

Torniamo nel lontano 2010, periodo in cui il deathcore per come lo conosciamo oggi stava toccando il punto di diffusione massima con band come Carnifex, Suicide Silence, Chelsea Grin e Whitechapel. Uno degli ascolti che più però al tempo avrebbe meritato attenzione è il monolitico self-titled di una band chiamata "Shadow of The Colossus" ispirati dall'omonimo videogioco con un immaginario davvero d'impatto.

Un piccolo tributo? O un apprezzamento spasmodico
per il videogioco?

Per chi mi conosce saprà che il deathcore è stato una priorità dei miei ascolti, ma ormai non lo è più da anni (per semplici motivazioni che magari spiegherò meglio in un video) ma ciò non toglie che gli album davvero buoni riesca ad ascoltarli anche al giorno d'oggi senza problemi, soprattutto se si parla di album che sono longevi anche ora. Bene, questo self-titled è uno di quei release da pelle d'oca che dovrebbe rimanere scolpito nei capisaldi del genere assieme ad altri debutti del calibro di quello dei Carnifex .
Ad un primo ascolto quest'album potrebbe essere bollato come "deathcore standard" ma un ascolto un pelo più attento vi metterà davanti a una verità ben più sconcertante in quanto la capacità d'esecuzione dei membri e la produzione sono riusciti a rendere ogni canzone di quest'album un monolite pronto a rifarci l'arcata dentaria. Vi parlo anche della produzione perchè se al giorno d'oggi tutto è super plastico e con suoni poco convincenti, tempo addietro la produzione era troppo grezza per essere davvero apprezzabile; con quest'album degli Shadow of The Colossus siamo nella perfetta via di mezzo tra questi due estremi che sono stati capaci di creare uno dei sound più incredibili che abbia mai potuto apprezzare in un album di questo genere.
Infine per chiudere in bellezza vi dico che la spinosa questione BREAKDOWN qui è assolutamente gestita in modo diligente, non vi è un breakdown fuori posto o realizzato in modo troppo prevedibile, in quest'album tutto è al posto giusto e dal mio punto di vista vi ho appena parlato di uno degli album migliori che tutto il genere ha da offrire. Insomma se lasciate andare quest'album sappiate che vi state perdendo una perla ormai andata di un genere che al giorno d'oggi difficilmente riesce a sfornare cose di questo calibro.

PS: Menzione d'onore per la fantastica traccia strumentale intitolata in modo geniale "Instrumental" che taglia a metà l'album concedendo all'ascoltatore un momento di pausa tra due atti quasi teatrali di pura rabbia e violenza.


VOTO: 9/10



lunedì 25 novembre 2019

Serve davvero una reunion dei Rage Against the Machine?

Torniamo nel 1991, quando nasce ufficialmente una (al tempo) piccola band da Los Angeles che propone un miscuglio frenetico di rap, funk e metal; la peculiare proposta strumentale è accompagnata da dei testi rabbiosi, carichi di odio verso un mondo che non rispetta gli ideali di uguaglianza che la band mette in primo piano fin da subito. Siamo onesti, abbiamo tutti cantato almeno una volta "Killing in The Name" immedesimandoci anche solo in minima parte in quel Zach de la Rocha che rabbiosamente ci urla il pensiero dei Rage Against the Machine. Ora sono passati più di 20 anni da quello scoppiettante esordio (anzi siamo quasi a 30) e dopo anni di inattività la band ha ufficialmente annunciato il ritorno sulle scene per dei grandi show dal vivo ovviamente da headliner.

Quindi torniamo alla domanda del titolo senza dilungarci oltre nell'introdurre un gruppo più famoso di Gesù: serve davvero una reunion dei Rage Against the Machine? La risposta è un tanto sonoro quanto fragoroso .  Senza prendere parti politiche, cosa che a me ultimamente sta stomacando non poco, ora vi spiegherò il perchè in poche e semplici righe che spero vengano lette e comprese nel modo giusto.

Tom_Morello
Tom Morello, chitarrista del gruppo mentre mette in evidenza
il suo palese pensiero politico in modo molto pacato

i Rage Against the Machine semplicemente sono sempre stati contro tutto ciò che al giorno d'oggi è sdoganato: a partire dall'odio verso il prossimo che ormai ha innumerevoli forme, per finire con la forbice economica che si allarga sempre di più in favore di quel famoso 1% di cui abbiamo tutti letto sui libri di scuola.  In un mondo dove stanno guadagnando sempre più consensi ideali come l'individualismo, populismo e nazionalismo la bandiera dei Rage Against the Machine deve necessariamente sventolare in modo ben visibile perché è per questa ragione che la band è nata e soprattutto per questa ragione è diventata grande.

La musica dei Rage Against the Machine può piacere o non piacere, la loro visione politica può essere condivisa o meno, ma innegabilmente questo è il momento dove dal loro punto di vista è più comprensibile una reunion come quella annunciata. E rimaniamo in attesa, visto che non mi stupirei se da questa reunion live derivasse anche qualcos'altro. 

sabato 23 novembre 2019

3 CONSIGLI BLACK METAL

Salve, sì, lo so, sono scostante come Marco Merrino ma tanto questa webzine funge da pensatoio che in pochi leggeranno, qua dentro come saprete ci metto tutto ciò che non ho voglia o tempo di portare sul canale, o semplicemente qua ci metto quelle cose che per il canale sono poco adatte; ma oggi per festeggiare la mia rinata voglia di scrivere vi porterò un regalino per farmi perdonare consigliandovi 3 album black metal che io reputo molto "ficcanti"; con ciò detto quindi cominciamo:

1) Botanist - Ecosystem (2019)

Botanist - Ecosystem 

I Botanist si sono sempre contraddistinti per uno stile unico che però è costretto ad essere relegato nell'underground data la sua poca fruibilità, con questo "Ecosystem" uscito lo scorso 25 ottobre la band si lancia in un'avventura che reputo la summa della loro discografia, conciliando il loro stile unico (molto acerbo agli inizi, ma che si è andato a consolidare disco dopo disco) con il sound black metal che siamo abituati a sentire negli ultimi anni. Una piccola perla che vi consiglio di recuperare che sarà capace di stupirvi come poche volte nella vita: i suoni onirici, i cori flebili , riff fantastici ma che data la strumentazione usata sono dotati di una leggerezza rara, in sintesi questo disco è un lavoro fatto in modo magistrale che sarà capace di farvi emozionare davvero.

PS: Non aspettatevi black metal standard, qua si toccano vette di originalità e freschezza del sound davvero alte.


VOTO: 8,5/10



2) Lumnos - Ancient Shadows of Saturn (2018)

Lumnos - Ancient Shadows of Saturn

Come alcuni di voi sapranno il black metal che preferisco è quello dedicato corpo e anima all'immensità dello spazio, sempre alcuni di voi sapranno quanto i Progenie Terrestre Pura con i loro album mi abbiano colpito riuscendo a racchiudere la magia del cosmo nei propri album; bene l'album di oggi intitolato in modo magistrale "Ancient Shadows of Saturn" riesce a  regalarmi (anche se solo in parte) le emozioni provate ascoltando ascoltando i Progenie Terrestre Pura; l'album imbottito di riverbero e di sintetizzatori per creare l'atmosfera riesce sicuramente a colpire gli appassionati di questo sound, che io descriverei come cinematografica. Le canzoni durano tutti almeno 9 minuti, però la lunghezza (che potrebbe risultare esagerata per alcuni) non fa sentire il suo peso nemmeno per un secondo.
Insomma quest'album è sicuramente consigliato per tutti gli appassionati del cosmo o per coloro che apprezzano anche solo un minimo ciò che si ispira ad esso. 


VOTO: 7,5/10


3) White Ward - Love Exchange Failure (2019)

White Ward - Love Exchange Failure

Faccio una doverosa premessa, ed è quella di dirvi che ho conosciuto questo gruppo solo con l'uscita di quest'album lo scorso 20 settembre ma prometto di recuperare al più presto l'osannatissimo "Futility Report". Quel che conta è che sicuramente l'album uscito quest'anno merita un ascolto, atmospheric black metal che riesce ad essere titanico in modo intelligente e che soprattutto non si perde in clichè che potrebbero risultare fastidiosi. Fondamentalmente quindi questo "Love Exchange Failure" è un album assolutamente da approfondire e se non avete ancora avuto l'opportunità di ascoltarlo fatelo al più presto, dato che pure io mi appresto a sentirlo ancora e ancora.

PS: Un plauso importante va alla produzione che mi ha colpito imbastendo un sound davvero piacevole per l'orecchio


 VOTO: 7,5/10 









martedì 9 ottobre 2018

Intervista - Johnny Crowder dei Prison (in Inglese)



Questa è la brevissima intervista che sono riuscito a fare a Johnny Crowder, cantante dei Prison, band che stimo tantissimo e di cui parlerò nel video che sto montando, qui sotto troverete la versione in Inglese mentre per l'uscita del video la trascriverò in Italiano ma credo che voi tutti sarete capaci di leggere ciò.

Johhny Crowder in tutta la sua sobrietà


1 - Which is the first Prison song you wrote lyrics for? 
Believe it or not, we wrote Dead Meat in early 2014, before anyone knew who was in the band or where we were from. It was a real hush-hush project for a while because we were all in other signed bands at the time.

2 - Which is the song with the most powerful lyrics in your opinion? 
That’s really tough for me to answer. I think Rape Me gets a lot of credit for being powerful because it’s just so visceral and raw and honest. I knew we would receive a little flack for writing about sexual abuse so literally, but I didn’t expect the outpouring of support and empathy that followed the video release.

3 - Why and how did you start writing lyrics like the ones we can read in N.G.R.I? 
It’s just my way of processing things. Sitting down and writing something in black and white really helps me examine exactly how I feel and why I feel that way. Some of the lyrics on N.G.R.I. surprised me, because I didn’t even know I felt that way until I sang it in the studio and it resonated with me. Music can unlock things in me that I’ve tried to ignore for years.

4 - Which song is your favourite in terms of both instrumental and lyrics? 
I think Wear Your Skin is my favorite song on the record. It’s just so fun musically, kind of like a festival nü metal song, and the lyrics are so simple and relatable. I think that song would probably be a good gateway song for people who aren’t familiar with us yet.

5 - What is the most important message you wanna conceive with your music/lyrics? 
I just want people to look at themselves. Don’t hide and pretend and lie and bury who you are for the sake of other people, or just out of fear of what it would look like if you actually took a mental or emotional inventory of yourself. I want people to be profoundly different after they see us live or hear one of our songs. I want to start a revolution.


giovedì 27 settembre 2018

Consigli da Bandcamp #2 - Sleepsculptor

Salve a tutti ragazzi,
Volete un ascolto veloce ma che comunque riesca a dare qualcosa di concreto al vostro apparato uditivo? Volete roba violenta e becera ma siete stufi di ascoltare gruppi Grindcore e affini? Nonostante la violenza e la durata breve del tutto volete qualcosa con dei testi che non sono fuffa?
Tranquilli, ho la soluzione io al vostro problema, e anche se con questa introduzione mi sono sentito Mastrota durante una televendita di pentole ora vi illustrerò il tutto.

"Untimening" degli americanissimi Sleepsculptor è ciò che rachciude tutto ciò di cui ho parlato nelle righe poco sopra. Questo EP ha una durata praticamente irrisoria, 11 minuti, ma mi ha conquistato a dei livelli incredibili. Siamo davanti a una piccola bomba a mano che ci esplode da subito nelle cuffie con delle sonorità che si collocano esattamente nel mezzo tra deathcore, grindcore e hardcore, e sarà complice la breve durata del tutto ma ho dovuto per forza acquistare questo EP appunto perchè ne sono rimasto catturato all'inverosimile.
Menzione speciale va alle vocals che sono gestite in maniera perfetta e sono la parte più interessante di tutto il lavoro, completando e rinvigorendo la parte strumentale dove questa va magari a perdere qualche punto.

Detto questo vi lascio qui il link per poter sentire, supportare e magari seguire questi ragazzi gentilissimi e capaci di creare della musica davvero d'impatto, sono convinto che sentiremo parlare di loro di più a breve quindi stay tuned.

SLEEPSCULPTOR BANDCAMP
VOTO: 8 / 10

-Andrea "K0R3".
Sleepsculptor - Untimening
Sleepsculptor - Untimening

K0R3 & Immodest

Salve a tutti ragazzi.

Scrivo questo post sul blog di Immodest Webzine per cominicarvi che d'ora in poi per tenere attivo questo blog più del dovuto metterò i copioni dei miei futuri video in versione estesa e corretta su questo sito, in modo da rendere più utile questo sito a cui a sprazzi tengo in modo molto concreto.

Il sito di Immodest Webzine verrà usato anche per tenervi aggiornati su video/eventi/live report e simili.

Un saluto e ci vediamo al prossimo articolo!

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K0R3 - Youtube
Luglio 2014